Shiatsu e Hospice

La seguente relazione ha la funzione di descrivere in modo sintetico ma preciso, il ruolo del terapista shiatsu che opera all'interno di una struttura sanitaria di terapie palliative come appunto l'Hospice Casa Madonna dell'Uliveto di Albinea, Reggio Emilia.

Capitoli :

a ) collocazione del terapista shiatsu all'interno della struttura
b ) obiettivi del terapista shiatsu ( scopo primario, contatto o comunicazione, secondario, terapeutico e di miglioramento della qualità di vita del paziente )
c ) impostazione operativa del terapista shiatsu
d ) valutazione del paziente e scelta del tipo di approccio e di trattamento
e ) risultati

a) L'idea di proporre l'arte dello Shiatsu ad una struttura sanitaria come Hospice, è dettata dalla caratteristica essenziale di essere particolarmente inseribile e complementare alle terapie palliative, per il fatto di non utilizzare tecniche invasive e di stabilire un contatto diretto con la persona / paziente, e di contribuire al miglioramento della qualità di vita in modo rispettoso della sua condizione psico-fisica. Il terapista Shiatsu si pone in una posizione intermedia tra l'aspetto sanitario ed umano del servizio offerto. Agisce sulla persona per il controllo di alcuni sintomi specifici, e per stabilire una relazione o meglio una comunicazione. Viene lasciato alla persona stessa la decisione di come sfruttare e utilizzare tale tipo di rapporto; agisce in modo autonomo ma strettamente legato alle esigenze mediche e sanitarie del paziente e in costante collaborazione con le professionalità mediche e non, che compongono il ventaglio di servizi e assistenza offerte.

b) L'obiettivo immediato del terapista shiatsu è quello di stabilire quindi un contatto e una comunicazione con il paziente, al fine di stimolare la percezione e la consapevolezza del proprio corpo e fargli vivere la concreta sensazione che ci si sta prendendo cura di lui. Obiettivo successivo è il miglioramento dello stato di salute fisico, cercando di alleviare, diminuire o contrastare alcuni sintomi, su cui è stata riscontrata una particolare efficacia del trattamento shiatsu. Tale obiettivo è conseguente e successivo alla comunicazione iniziale e necessaria che si instaura con il paziente; senza un rapporto di comunicazione reciproco e di collaborazione nel raggiungimento degli obiettivi, non sarebbe possibile ottenere significativi cambiamenti della condizione del paziente.

c) Il terapista shiatsu non è un'unità staccata dal resto del personale presente all' Hospice, non si muove in maniera completamente autonoma. Collabora invece con il personale infermieristico e medico tramite un coordinatore, con cui comunica, scambia e acquisisce informazioni in merito al paziente da trattare e su quali sono le finalità. Vi è sempre una descrizione verbale delle condizioni del paziente e la possibilità di approfondimenti mediante la lettura della cartella clinica, su cui peraltro il terapista shiatsu scrive in modo dettagliato il motivo, l'obiettivo e le tecniche utilizzate durante il trattamento.

d) L'attenzione iniziale è su quanto viene comunicato dal coordinatore che espone quelle che sono le primarie necessità del paziente, in un secondo momento si ascolta e si coglie le richieste espresse direttamente dal paziente, che magari in quel preciso momento avverte un'esigenza diversa. Dopo aver acquisito queste informazioni dal coordinatore e dal paziente si fa un'analisi visiva e a secondo della condizione del paziente si decide al momento l'utilizzo del modello interpretativo più adatto. I modelli interpretativi più utilizzati per impostare il trattamento sono l'analisi dell'addome, l'analisi della condizione dei percorsi energetici, l'analisi dei punti, zone o parti dolenti o alterate. Altri aspetti importanti di valutazione sono il respiro, la struttura della lingua, il viso, il colorito, la corporatura. Il tipo di trattamento nasce sempre dalla mediazione tra le esigenze del paziente e i dati raccolti dal terapista, che si preoccupa del sintomo ma anche del portare equilibrio ed armonia dove è possibile. Il sintomo è in alcuni casi ritenuto secondario rispetto al riequilibrio di una zona, di un percorso energetico o di un'organo interno, se si ritiene che questo possa essere necessario per portare giovamento alla condizione generale del paziente stesso. Il trattamento ha sempre un approccio delicato, non è mai troppo pesante per non provocare dolore, anche se la stimolazione costante su un punto attivo e sensibile può essere avvertita dal paziente per la durata della stimolazione stessa e anche dopo. La tecnica più utilizzata è quella con il palmo della mano ed il pollice, la prima per una stimolazione dolce e allargata, si usa su zone ampie in cui è importante disperdere, la seconda per una stimolazione più diretta e profonda, si usa in punti o percorsi energetici in cui è importante tonificare. La decisione su come e perché trattare un paziente è pertanto difficile e laboriosa.

e) Per la tipologia dei pazienti trattati, per le modalità di trattamento, e soprattutto per la durata relativamente breve del periodo di trattamenti, risulta molto difficile stilare statistiche e/o dati certi in termini quantitativi. Possiamo riscontrare per certo che su sintomi quali nausea, dispnea, vomito, stipsi, controllo del dolore, lo shiatsu ha efficacia quasi immediata e riscontrata su tutte le persone trattate, anche su quelle trattate solo una volta. Non possiamo dire altrettanto per l'astenia dove è più difficile riscontrare un evidente cambiamento se non in quei casi in cui è stato possibile trattare e seguire il paziente per un periodo più lungo. Oggettivamente si può dire che l'efficacia è in questo caso limitata, ma non si può dire che sia inefficace, perché i pazienti in fase terapeutica e di malattia non troppo avanzata hanno ripreso forza e voglia di fare, ad es. alzandosi per il pranzo che prima veniva consumato a letto, oppure trovando la forza di uscire dalla stanza per fare una passeggiata all'aria aperta. In termini invece qualitativi i risultati sono più che confortanti, in quanto tutte le persone a cui è stato praticato lo shiatsu lo hanno gradito e cercato o addirittura richiesto quotidianamente, fino a farlo diventare un appuntamento molto atteso. Per soddisfare le richieste dei pazienti e per aumentare i trattamenti a parità di tempo, e quindi anche l'efficacia, si è deciso di fare almeno due trattamenti a settimana e in alcuni casi e dove è possibile anche tre a settimana.

Tiziano Pellati