Premesso che il rapporto tra i conflitti emotivi e gli stimoli corporei è molto stretto e che esiste una vera connessione tra questi due aspetti del nostro essere. Premesso che ogniemozione provoca una reazione a livello corporeo ed attiva dei distretti muscolari, dei tessuti e degli organi interni relativi; premesso che ogni attività, azione oppure offesa del corpo, provoca una reazione emotiva immediata, si può dedurre che quelle tecniche che stimolano il corpo possono avere un effetto sulla psiche.

Lo shiatsu, in quanto tecnica che agisce direttamente sul corpo a vari livelli di percezione, aumenta ulteriormente questo legame e le manifestazioni che ne derivano sono particolarmente evidenti.

Gli stimoli influenzano la vitalità, la condizione energetica, ma anche il sistema neuro - muscolare, e la profondità del trattamento, le zone trattate, la proiezione verso le esigenze e i bisogni della persona, diventano tramite il corpo strumenti per la psiche, che Uke utilizzerà in modo più o meno consapevole per superare i propri blocchi, paure e conflitti emozionali.

Nella Bioenergetica di Alexander Lowen, l'approccio fisico al fine di sbloccare quelle parti del corpo diventate insensibili, provocare il pianto piuttosto che un sentimento di forte rabbia, ripristinare una corretta respirazione addominale mediante lo sblocco del diaframma, sono passaggi obbligati e fondamentali per far si che la persona ritrovi il suo equilibrio emotivo e riesca a superare così i suoi conflitti, che erano alla base dei suoi disagi, psicologici e fisici.

Lo shiatsu nella pratica, pur non rifacendosi alla filosofia della Bioenergetica, provoca gli stessi cambiamenti e si presuppone gli stessi obiettivi, utilizzando spesso gli stessi strumenti, come la respirazione, gli stimoli muscolari e l'azione sulla funzionalità degli organi interni.

La Medicina Germanica di Hamer, ritiene che alla base di ogni patologia più o meno grave, ci sia un conflitto emotivo che attiva a catena un rapporto tra psiche – cervello – organo.

Lo shiatsu ha la possibilità di fare il percorso inverso, cioè partendo dalla stimolazione dell'organo, valutato alterato o “interessante” secondo i propri modelli interpretativi, si pone tra gli altri anche l'obiettivo di influenzare e/o modificare la condizione psicologica.

Ho fatto queste due correlazioni con tecniche e metodiche diverse, per evidenziare il fatto che ciò che si manifesta tra Uke ( persona che riceve ) e Tori ( terapista che esegue ), durante un trattamento shiatsu, è la stessa interpretazione della vitalità ed ha le stesse finalità che tali tecniche perseguono, cioè ridare equilibrio e migliorare la qualità di vita, sia essa psicologica che fisiologica, utilizzando strade per molti aspetti simili.

Nella pratica ho notato quanto ciò risponda al vero e quanto il trattamento shiatsu ne sia uno strumento particolarmente efficace. È normale aspettarsi da uke una forte reazione che a volte ha manifestazioni anche inaspettate, ma che il terapeuta conosce perché volutamente provoca, per fare percepire attraverso la condizione muscolare e fisica, quella psicologica.

Uke spesso non si rende conto di ciò che sta avvenendo durante un trattamento; si limita a dire che “ Mi sento molto rilassato “, “ Mi sento proprio bene “, oppure se scoppia a piangere, chiede preoccupato: “ Cosa mi sta succedendo?”, come se la più naturale manifestazione che mette in pratica il nostro organismo per ricreare una condizione di equilibrio di piacere e di benessere, il pianto appunto, fosse qualcosa di cui spaventarsi o di cui avere paura.

Sono proprio le persone che stanno vivendo conflitti emotivi, che hanno bloccato il loro libero fluire della vitalità, ad avere maggiormente paura di lasciarsi andare. La corazza che si sono creati per superare i propri problemi è talmente robusta che da soli non riescono più a toglierla, e devono chiedere aiuto a qualcuno per poterlo fare, ma non senza una certa dose di paura e angoscia.

La paura è quella di non farcela, di soffrire, di non accettarsi, di non accettare la vita stessa. L'angoscia è quella di cadere ancora più in profondità in una condizione da cui poi non si riesce a vedere alcuna via d'uscita.

Il conflitto emotivo se non viene risolto in modo spontaneo, non permette alla persona di aprirsi al mondo, lo rinchiude e lo trascina in uno stato di sofferenza che tende ad autoalimentarsi.

Lo shiatsu riequilibra la condizione energetica della persona, la rimette in contatto con la realtà del proprio corpo, le fa sentire e percepire la propria struttura, ricrea una consapevolezza, specie di quelle parti e zone del corpo insensibili o di quelle emozioni in parte rimosse, angosciati, che altrimenti non si potrebbero affrontare. La persona che spesso si sente sdoppiata, tagliata in due, ha la possibilità di percepire di nuovo di essere un tutt'uno, mente e corpo si fondono di nuovo insieme.

Ogni persona ha bisogno di essere toccata, e questo è particolarmente vero per chi ha conflitti emotivi attivi. Toccando e stimolando, entrando quindi in contatto diretto, il terapeuta shiatsu suscita dei sentimenti e delle emozioni, provoca in pratica una reazione psicologica.

È il corpo che “ si scioglie d'amore “, si “ congela di paura “, “ trema per la rabbia “, si “ protende in cerca di calore e di contatto “.

È pertanto sul corpo che bisogna agire, perché è tramite il corpo che proviamo e manifestiamo le emozioni e i sentimenti.

Tiziano Pellati
Giugno 2010